1. Affondi spirituali: "Teologia naturale e invenzione dell'Anticristo"
    L'astio di un certo protestantesimo è giustificato?

    Introduzione


    Come sempre non so se sono il solo, ma a me capita spesso di imbattermi in discussioni di carattere teologico/filosofico. Forse perché, abbastanza ovviamente, ci si circonda di persone con i propri interessi. Fatto sta che una delle discussioni più gettonate sia il rifiuto della filosofia da parte di alcuni protestanti. Come vi dirò successivamente, non penso sia un rifiuto che vale per tutti i protestanti (anche perché dire "protestanti" significa tutto e nulla, date le infinite denominazioni che si rifanno alla Riforma di Lutero, Calvino ecc.ecc.). Però vale per alcuni protestanti, soprattutto i cosiddetti fondamentalisti.

    Petitio principii e il senso della teologia naturale


    Vedete cari amici, il motivo per cui nel cattolicesimo (ma non solo) si dà tanto valore alla teologia naturale, non è di ordine ideologico. Nè alla Chiesa Cattolica, nè a qualsiasi altro difensore dei classici argomenti sull'esistenza di Dio (ce ne sono diversi infatti che cattolici non sono), interessa affermare che la ragione umana può da sola giungere a scoprire l'esistenza di Dio, tanto per aumentare l'autostima dei filosofi, o per speculare in modo fine a sè stesso.
    Alla voce petitio principii di Wikipedia come esempio classico di questa particolare fallacia viene utilizzato infatti proprio qualcosa che ci riguarda da vicino, e dal quale la teologia naturale vuole porre al sicuro: "i testi religiosi XYZ sono veri in quanto rivelati dalla divinità, che sappiamo esistere in quanto ce lo dicono in modo veritiero i testi religiosi XYZ".
    Senza l'ausilio della ragione filosofica la credibilità della religione risiede unicamente nell'adesione fideistica ai testi sacri. Il passo verso il fondamentalismo sentimentalista è breve, e spesso varcato. Non è un caso infatti che oltreoceano diversi filosofi cristiani non cattolici si siano specializzati nel campo di ricerca della teologia naturale: e.g. William Lane Craig, Arvin Plantinga e Richard Swinburne, per citare i più famosi e influenti, sono tutti di estrazione acattolica (il primo è un evangelical, il secondo è calvinista, il terzo è ortodosso).

    La classica avversione del prostantesimo fondamentalista (non di tutti i protestantesimi, attenzione!) nei confronti della filosofia è basata sull'accezione più estrema del principio luterano de...

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    Last Post by Sesbassar il 10 July 2015
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  2. Cristianesimo e originalità

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    chi-e-gesu-colored



    Introduzione


    Tra le tante critiche al cristianesimo che si possono leggere da qualche tempo a questa parte, ve n'è una che ha avuto un certo successo, ed è stata madre di tante vignette e immagini satiriche sul web. Sto parlando di Zeitgeist, il web film del 2007, il quale ha dato vita a tutta una serie di recriminazioni su quanto il cristianesimo avrebbe “rubato” alle altre religioni che lo hanno preceduto. Un bell'articolo su Cattonerd ha risposto in modo simpatico e accurato (nonostante sia un articolo non accademico) ad alcune affermazioni del film, e vi consiglio di leggerlo, tanto più per il fatto che è scritto in modo scorrevole e accattivante.
    A noi però non interessano in modo particolare le diverse similitudini che possono esserci o meno tra il cristianesimo e le altre religioni, piuttosto le tante concezioni errate che sottostanno a tali critiche. In questo articolo cercheremo di raggiungere i fondamenti per mostrarne l'inconsistenza, come anche cercheremo di mostrare il nucleo più importante del cristianesimo, al di là delle analogie con altre religioni.


    Originalità? Un assillo tutto nostro


    Al giorno d'oggi l'originalità ha un peso importante per quel che riguarda non solo le idee di un intellettuale, ma anche per quanto concerne le capacità di un'artista, o le ricerche di uno scenziato. Ma anche per quel che riguarda il vestiario: più una persona si mostra originale ed eccentrica, più ha possibilità di finire sui rotocalchi. Non è un caso che Matt Taylor (l'astrofisico che ha mandato la sonda "Rosetta" nello spazio) si sia fatto conoscere più per la sua maglietta che non per il suo (importante) impegno scientifico. Tutto ciò che è brillante, appariscente, seducente, fa parlare di sè, molto più che una scoperta scientifica. Sia che l'effetto sia positivo che negativo.
    Davanti a una religione antica come il cristianesimo, che inoltre si propone come istanza di verità, si vuole quindi una patente di originalità, e se non esibita, si giunge alla cassazione della religione stessa. Ma anche posto che il cristianesimo sia una scop...

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    Last Post by Sesbassar il 25 April 2015
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  3. Teologia: scienza, arte o ideologia?

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    Spesso (purtoppo) parlando con dei ragazzi cattolici, ho notato che essi hanno un'idea della teologia alquanto cupa, secondo la quale la teologia conta solo in quanto ripetitrice delle idee magisteriali.
    Vale la pena quindi approfondire (per quanto possibile nelle pagine di un blog) il significato non solo del termine "teologia", ma anche i fondamenti epistemici, e il valore ecclesiale della stessa.

    1) Etimologia e riflessione

    Dal greco theos (Dio) e logos (discorso, verbo), la teologia si configura etimologicamente come "discorso su Dio". Eppure se fosse tale, sarebbe un termine manchevole: che parole sono adatte ad esprimere l'Inesprimibile? E' possibile utilizzare un linguaggio in modo da "definire" e "comprendere" Dio? La distanza ontologica tra uomo e Dio non rende il tutto molto incerto, fumoso, inarrivabile?
    Si può dare una risposta a tali domande partendo dall'esperienza religiosa: la speculazione su Dio quindi partirebbe dal modo in cui si è comunicato all'uomo, dalla Sua ri-velazione. Partendo dalla ri-velazione si contempla certo la conoscenza di Dio (ciò che Dio ha comunicato di se), ma anche la distanza da Lui, in quanto Dio rivelando se stesso, si ri-vela di nuovo, contemporaneamente si svela e si ricopre.
    A questo punto la teo-logia è discorso non solo su Dio, ma anche su come Dio si è ri-velato, e quindi intelligenza della rivelazione.

    2)Epistemologia teologica

    Arduo parlare di Dio quindi. Bisogna aspettare che si riveli personalmente. Che ci parli. Che si mostri. La teologia quindi è intelligenza dell'arbitrio di Dio? Certo che no ovviamente.
    La riflessione sul dato di fede è inserita nel discorso che Dio ha iniziato non solo con se stessi, ma con il Suo intero popolo: la Chiesa (intesa in senso etimologico delle persone chiamate da lui, non in senso ecclesiologico). Di sicuro la teologia presuppone che la persona abbia fede in Dio (e quindi sia già entrato in dialogo con Lui), ma è anche più profondamente un compito ecclesiale, in cui il singolo si mette al servizio della comunità e ne esprime il modo di vivere il rapporto con Dio.
    Come tutte le scienze anche la teologia deve partire da qualche presupposto, come tutte le scienze ha un metodo, e come tutte le scienze ha il suo campo di studi: la rivelazione.
    Non tutti quindi possono fare teologia, ma tutti in una qualche misura sono teologi: starà al singolo teologo riuscire ad esprimere in termini precisi, puntuali, e razionali la fede che la comunità vive.

    3) Teologia o ideologia?

    Il lavoro dei teologi quindi, in quanto legati alla comunità ecclesiale, viene spesso visto come semplice ripetizione del catechismo. Ciò è alquanto svilente però!
    Se la teologia è intelligenza, e quindi speculazione razionale, del dato di fede, allora il compito del teologo non potrà essere semplicemente quello di ripetere, ma sarà casomai quello di ricompre...

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    Last Post by Sesbassar il 20 Dec. 2010
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