1. Il Sabato Santo e la Croce come Axis Mundi
    Breve storia e considerazioni teologiche sulla discesa agli inferi



    Li strapperò di mano agli inferi,
    li riscatterò dalla morte?
    Dov'è, o morte, la tua peste?
    Dov'è, o inferi, il vostro sterminio?

    Os 13,14



    Introduzione


    Coerentemente con il periodo pasquale, propongo come spunto di riflessione un argomento poco trattato ultimamente. Sto parlando della discesa di Gesù Cristo agli inferi, documentata nel simbolo aquileiese e apostolico come articolo di fede ortodossa, che la Chiesa ricorda nel Sabato Santo.
    Quando si parla di inferno nel nostro immaginario abbiamo l'inferno dantesco, in cui i dannati che hanno rifiutato la fede in Cristo, in modi diversi, vengono puniti mediante pene e torture più o meno cruente. L'inferno è spesso considerato un luogo quasi fisico, anche se immateriale.
    Eppure ci sono delle precisazioni da fare a proposito. Innanzitutto l'inferno non è un luogo per la religione cattolica, bensì è «lo stato di definitiva autoesclusione dalla comunione con Dio e con i beati» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1033). Non c'è una divisione topografica nell'aldilà.
    In secondo luogo, non è di questo “inferno” che parliamo quando diciamo che Gesù è disceso agli inferi, e il grande teologo Hans Urs von Balthasar lo mise bene per iscritto nel suo capolavoro, “Teologia dei Tre Giorni” (Queriniana, 2011). L'inferno in cui è disceso Cristo è identificabile più con l'Ade della tradizione greca e lo sheol della tradizione biblica, e sarebbe «teologicamente errato proiettare il concetto neotestamentario (cristologico) dell'inferno all'indietro, nell'Antico Testamento, e porre, a partire da qui, questioni sul sabato santo che sono insolubili, perché poste in maniera sbagliata» (ibid., 153).
    L'inferno cristiano sarebbe piuttosto da considerarsi «un prodotto della redenzione» (p. 155), poiché «“prima” di Cristo (dove il “prima” è preso in senso oggettivo e non cronologico) non si può dare né un “inferno”, né un “purgatorio” (di un particolare inferno dei bambini poi non sappiamo nulla), ma solo quell'Ade (che può essere diviso in una zona inferiore e in una superiore solo speculativamente, mentre rimane oscuro il rapporto fra queste due zone), dal quale Cristo “ci” ha voluto liberare mediante la sua solidarietà con i morti (in senso sia corporale che spirituale).» (p. 158).
    Interessante notare come il concetto di “prima” a cui fa riferimento Balthasar non implica la...

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    Last Post by Sesbassar il 2 April 2015
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