Replying to Affondi spirituali: Cristo discendente e Icaro ascendente

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  1. Posted 26/3/2016, 14:28

    "Il più grande tra voi sia vostro servo;
    chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato
    "
    Mt 23,11-12



    In tempo di Sabato Santo voglio riprendere un pensiero che mi ronza nella mete da un po'. Stavo riflettendo sul significato della discesa agli inferi del Cristo (una parte delle riflessioni la potete leggere qui), e ho notato un piccolo parallelo con il mito di Icaro, uno dei miei preferiti della mitologia greca. Le similitudini non sono da poco, anche se la storia finisce in modo completamente diverso.
    Entrambi vivono un momento di difficoltà, l'arresto da parte delle autorità per Gesù e l'essere rinchiuso nel labirinto per Icaro. Entrambi sono condannati a morte, di croce per Gesù, di stenti per Icaro. Davanti alla condanna però l'atteggiamento dei due è diverso: Gesù accetta questo destino (Mt 26,53-54 e //), anche con difficoltà (Mt 26,39 e //). Icaro non si accontenta di essere libero invece: una volta liberato contravviene alla volontà di suo padre, e si avvicina pericolosamente al sole, causando la sua stessa morte.
    Eppure mentre il destino è la morte per entrambi, Gesù attraverso la sua obbedienza a suo Padre, può essere il "primogenito di coloro che risuscitano dai morti" (Col 1,18), e vincere la morte, proprio il destino dal quale Icaro cerca di fuggire.
    Due modelli opposti per affrontare lo stesso problema: da una parte l'obbedienza alla volontà del Padre, dall'altra l'arroganza di chi pretende di sapere da solo quale sia il proprio bene. Mentre il primo "pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Fil 2,6-9), il secondo ha ricercato l'uguaglianza con gli dei, cercando di superare i suoi limiti oltre il possibile. Il primo ha vissuto la morte per intero, e proprio per questo ha potuto, e voluto, scendere agli inferi per riscattare le anime ivi prigioniere. Il secondo ha avuto così in stima le proprie capacità da dimenticarsi di essere vivo, in fondo, solo per un impasto di piume e cera.

    Dicevo che il mito di Icaro è uno dei miei preferiti... Ci sarebbe da chiedersi perché visto che parlo solo male di questo povero rampollo ambizioso. In realtà, come tutti i miti, anche quello di Icaro è un monito primordiale, mentre la vicenda di Gesù è una storia di salvezza. Hanno due prospettive, e obiettivi, completamente diversi. Mentre la vicenda gesuana vuole richiamare l'uomo alla comunione con Dio, il mito di Icaro vuole ricordare all'uomo ciò che è. In un certo senso sono complementari, perché il richiamo all'umiltà è fondamentale nell'ottica cristiana, la quale concepisce il potere come servizio: " "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti"." (Mt 20,25-28)
    Icaro è un po' tutti noi, ed è questa la funzione del mito in fondo, è una sorta di Adamo, che per diverse ragioni finisce per allontanarsi dal progetto originario per diventare come Dio (cfr. Gn 3,5). Ma la storia non finisce con questo monito, continua, e viene ricapitolata in questo falegname galileo, che ci ha rivelato un Dio con un piano molto diverso da quello che immaginavamo. Un piano che prevede e riesce a dare senso persino alla Croce, il massimo rifiuto dell'uomo verso Dio, e che anzi, in virtù di essa, compie la più radicale comunione tra l'Altissimo e il genere umano, una comunione che avvicina i cieli alla terra, passando anche attraverso gli inferi.

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